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La Scheda o il Fucile
II
Non state a sentire quelli che vi dicono che la lotta è impari. Se vi arruolano nell'esercito, vi mandano in Asia a fronteggiare ottocento milioni di cinesi. Se riuscite ad aver coraggio là, potete a maggior ragione qui. La lotta è più impari là che qui e se combattete qui, almeno sapete per cosa versate il vostro sangue! Non sono un uomo politico e neppure uno studioso di scienze politiche. A dire il vero non sono uno studioso di niente in particolare, non sono democratico né repubblicano e non mi considero neanche americano. Se voi e io fossimo americani non esisterebbe alcun problema. Gli ungheresi diventano americani appena scendono dalla nave; i polacchi sono già americani e così pure gli emigranti italiani. Tutti quelli che son venuti dall'Europa; tutti quelli che avevano gli occhi blu sono già americani ma noi, con tutto il tempo che siamo stati qui, non lo siamo ancora.
Ebbene, non sono uno a cui piaccia farsi delle illusioni e non sono disposto a sedermi al tavolo con uno che mangia, mentre a me non si serve nulla, e poi a considerarmi come un commensale. Non si diventa commensali solo per il fatto di sedersi a un tavolo; lo si è solo se si può mangiare. Il fatto di essere in America non basta a renderci americani. Il fatto di essere nati qui in questo paese non basta a renderci americani. Infatti, se fosse sufficiente il diritto di nascita, non ci sarebbe bisogno di nessuna legislazione, di nessun emendamento alla Costituzione e ora non si assisterebbe all'ostruzionismo parlamentare (filibustering) dei provvedimenti sui diritti civili. Per trasformare un polacco in americano non c'è bisogno di approvare nessuna legge sui diritti civili.
No, io non sono americano. Sono uno dei ventidue milioni di uomini dalla pelle nera che sono vittime dell'americanismo, uno dei ventidue milioni di vittime della democrazia che non è altro che un'ipocrisia travestita. Non vengo qui a parlarvi da americano, da patriota, non sono uno che saluta la bandiera o che la tira fuori ad ogni occasione, no! Io vi parlo da vittima del sistema americano; vedo l'America con gli occhi della vittima e non riesco a vedere nessun sogno americano. Quello che vedo è un incubo americano.
Questi ventidue milioni di vittime si stanno svegliando; stanno aprendo gli occhi; cominciano a vedere quello che prima erano soliti solo guardare; stanno diventando maturi politicamente. Cominciano a rendersi conto che ci sono dei problemi politici, delle correnti politiche in tutto il paese e che, tutte le volte che ci sono le elezioni, capita che i risultati siano quasi uguali da obbligare a un secondo conteggio delle schede. Nel Massachusetts, nelle elezioni governatoriali, fu necessario rifare il conteggio delle schede e lo stesso accadde a Rhode Island, nel Minnesota e in molti altri stati. Quando Kennedy e Nixon si batterono per la conquista della presidenza degli Stati Uniti, lo scarto dei voti fu talmente esiguo che si dovette procedere a nuovi conteggi. Cosa vuol dire tutto ciò? Che quando i bianchi sono divisi in due gruppi quasi della stessa forza e i neri dispongono di un blocco di voti, spetta a loro decidere chi andrà alla Casa Bianca e chi invece sarà sconfitto.
L'attuale amministrazione è stata eletta proprio col voto dei neri. E' stato il vostro voto, il vostro voto stupido e ignorante, il vostro voto sciupato a farli andare a Washington, a eleggere un'amministrazione che si è prima preoccupata di chissà quali leggi e poi, per ultimi, di voi, arrivando, come se non bastasse il resto, a servirsi sistematicamente dell'ostruzionismo parlamentare. I vostri e i miei leader hanno il coraggio di fregarsi le mani e dirci che stiamo facendo grandi progressi. E che buon presidente abbiamo! Se non andava bene nel Texas, siate certi che non va bene neanche a Washington. Il Texas è uno stato in cui vige ancora la legge del linciaggio. E come il Mississippi, non c'è nessuna differenza: solo che nel Texas ti linciano con la pronuncia texana e nel Mississippi con quella locale. Questi leader negri hanno il coraggio di andare a prendere il caffè alla Casa Bianca con un texano, un imbroglione sudista - perché tale è Johnson - e poi venirci a dire che sarà meglio per noi visto che è del Sud e sa come trattare i sudisti. Che specie di logica è questa? Allora facciamo presidente Eastland che è anche lui del Sud. Forse è meglio di Johnson per trattare con i sudisti!
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