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El-Hajj Malik El-Shabazz (Malcolm X)


"Islam, rivoluzione e razzismo"


di Federica Mereu

 

III

 

“La religione naturale dei neri”: l’Islam

L’apparizione dell’Islam era qualcosa di nuovo per l’America: nella complessa e variegata tradizione religiosa nera e bianca degli Stati Uniti non ve n’era traccia. Nel 1913 fu Noble Drew Ali, fondatore del movimento social-religioso dei Moors (Mori), ad utilizzare per la prima volta in America un’ideologia islamica [cfr. Lanternari, 1967: 244/257].


Se ad un certo punto l’Islam, che non era la religione dei Padri, entrò in scena facendo numerosi proseliti nella comunità afro-americana fu perché i suoi princìpi fondamentali rispondevano alle loro istanze più urgenti in quel particolare momento storico. Meglio delle altre, la via dell’Islam si adattava alla situazione degli Afro-Americani, è questo il senso in cui va intesa la loro conversione.


Religione esclusiva e antagonistica, l’Islam rendeva i neri spiritualmente indipendenti dai bianchi; antiborghese e rivoluzionaria, il suo scopo era di rendere migliore la struttura religiosa, sociale, economica e politica degli Stati Uniti d’America; l’Islam, una delle religioni più diffuse nel continente africano e nei paesi del Sud del mondo, riunificava spiritualmente gli Afro-Americani con i loro fratelli in Africa, Asia, e America Latina in nome di una comune esigenza di liberazione dalla stessa oppressione imperialistica; l’Islam, per la sua vocazione universalistica, era la religione della fratellanza fra oppressi e internazionalizzava la loro lotta; l’Islam incoraggiava i suoi fedeli alla lotta anzichè alla sottomissione:

“Nel nostro libro, il Corano, non c’è nessun insegnamento a soffrire pacificamente. La nostra religione ci insegna ad essere intelligenti. Siate pacifici, gentili, obbedite alle leggi, rispettate chiunque, ma se qualcuno leva la mano contro di voi, mandatelo al cimitero...occhio per occhio, dente per dente, testa per testa, vita per vita...” [Giammanco 1994: 133].


Maometto
era l’esempio da imitare: egli aveva scelto di affermarsi con mezzi umani, ricorrendo alla violenza se necessario, mentre Gesù Cristo, che aveva scelto di morire come uomo, di sacrificarsi e di soffrire, era l’esempio da abbandonare. Con l’Islam nel cuore essi avrebbero combattuto una Jihad, una Guerra Santa contro la società americana per il riscatto del popolo nero. Nella confusione dovuta alla perdita d’identità, l’Islam non era solo un rifugio ma un grido di battaglia.

 

 

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