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El-Hajj Malik El-Shabazz (Malcolm X)
"Islam, rivoluzione e razzismo"
Note -
1 - Sarebbe più giusto e corretto ricordare Malcolm X con il nome che gli fu dato durante il suo pellegrinaggio alla Mecca che segna la svolta più profonda della sua vita. Come tutti coloro che appartenevano alla Nation of Islam, Malcolm Little (dal cognome del padrone di schiavi Little che fu imposto ai suoi antenati paterni) divenne Malcolm X; la lettera incognita “X” era simbolo del nome africano dimenticato e prima o poi sarebbe stata sostituita con un più adeguato nome di origine africana. Durante il pellegrinaggio alla Mecca Malcolm X fu ribattezzato El-Hajj (colui che ha fatto il pellegrinaggio) Malik (re) El-Shabazz (discendente degli Shabazz, tribù africana particolarmente forte e saggia da cui si dice discendano gli
Afro-Americani).
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2 - Questo saggio è tratto dalla mia tesi di laurea su Razzismo e identità nel pensiero di Malcolm X, 1997.
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3 - Nel 1930 Wali D. Farad Muhammad fondò nel ghetto nero di Detroit la “Lost and Found Nation of Islam in the Wilderness of America”, la nazione islamica perduta e ritrovata. Elijah Muhammad fu il suo successore. Ostile a tutti bianchi e in conflitto con le altre organizzazioni nere, soprattutto con quelle integrazioniste, la Nazione dell’Islam si proponeva come principale obiettivo quello di fondare una nazione separata per i neri americani. Nel frattempo, lo scopo immediato era di liberarli dai residui della mentalità di schiavi e di allontanarli dal cristianesimo, lo strumento del dominio della razza bianca.
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- 4 - Secondo Essien Udom E. U. il vero nemico dei Black Muslim non era il bianco ma il cosiddetto “negro imborghesito”. La lotta di classe era la reazione del proletariato nero doppiamente frustrato: perché nero e perché povero. Per questo, secondo Lanternari, i Black Muslim, assunsero una posizione unica, di rottura radicale con tutta la società dei bianchi [cfr. Lanternari Occidente e Terzo Mondo].
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5 - “Al-Jihàd”, la guerra santa dichiarata in nome di Allah contro gli oppressori e i nemici dell’Isalm, si invoca ogni volta che l’esistenza, la pace e la sicurezza della comunità vengono minacciate; i musulmani hanno allora il diritto-dovere della legittima difesa. La guerra ha solo carattere difensivo e deve essere condotta senza crudeltà. “Al-Jihàd”, che può essere condotto anche in modo non violento, non è, esplicitamente, un principio fondamentale dell’Islam, tuttavia è un dovere di ogni musulmano difendere l’Islam anche con la morte. Allah garantisce il Paradiso ai mujahidin che muoiono per difendere l’Islam [Il Corano 1996:582-583]. I musulmani distinguono due tipi di gihad: il grande “jihad”, la guerra contro il nemico interno, le debolezze dell'animo e i costumi deplorevoli, e il “piccolo jihad”, la guerra contro il nemico esterno, contro l’empio e l’infedele.
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7 - Nel 1995 antropologi, biologi e genetisti hanno firmato un manifesto in cui sostengono che il concetto di razza non è scientifico ed è illusorio ogni tentativo di classificazione in base ad esso, perché le differenze tra gli esseri umani sono solo superficiali. La presa di posizione degli specialisti è stata trasmessa alle Nazioni Uniti con l’invito ad aggiornare i documenti in cui viene menzionato il concetto di razza. Lo scopo di questi studi è di fornire la base scientifica per confutare uno dei pregiudizi più dannori di ogni tempo, il razzismo.
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